I 5 Papi Siciliani (quasi 6): la Sicilia ha dato alla Chiesa ben 5 Papi.

 

Papa Agatone santo
Papa Agatone santo

Sant’Agatone (678-81): convocò il VI Concilio Ecumenico a Costantinopoli.

Il primo siciliano a diventare pontefice è stato Agatone, che la storia vuole eletto alla veneranda età di 103 anni. Nato a Palermo nel 575 è venerato come santo sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa. Anche se la data di nascita non è certa, pare che sia stato eletto come Papa di transizione vista la sua età.

E’ considerato il Papa più anziano mai esistito ed è venerato dalla Chiesa per molti seri motivi.

Eppure fu in grado di risolvere una delle più grandi questioni teologiche di allora, ed evitare quindi uno scisma, o per lo meno di rimandarlo, e di tante altre cose .

Si distinse per profondità di dottrina e spirito caritativo. Durante il suo papato, durato tre anni, Agatone organizzò il sesto concilio ecumenico, nel corso del quale venne dichiarata eretica la dottrina relativa al monotelismo di Cristo, ovvero alla tesi della presenza nel figlio di Dio della sola natura divina e l’assenza di libera volontà umana che gli avrebbe permesso di peccare. Dopo il concilio l’assioma della duplice natura, umana e divina di Gesù, divenne uno dei fondamenti del cattolicesimo.

Oltre alla chiusura al monotelismo, abiurando quanto aveva precedentemente stabilito Papa Onorio sulla natura decisionale umana e non divina di Cristo, evitando così uno scisma con l’Oriente, riuscì nell’intento di salvaguardare l’indipendenza della Chiesa romana da Bisanzio e allo stesso tempo nel migliorarne le relazioni. Va detto che l’Impero bizantino dell’epoca era la superpotenza del mondo occidentale d’allora, un poco come sono oggi gli Stati Uniti

E nonostante l’età non si fermò qui. Il vecchio Papa Agatone riuscì nel sostenere la Chiesa in lande straordinariamente lontane per l’epoca come l’Inghilterra e cambiò anche la simbologia di riferimento dei cristiani. Fu infatti Sant’Agatone ad elevare la croce a simbolo di Gesù al posto dell’agnello. Insomma, sembra che fu un grande comunicatore dei suoi tempi, riuscendo anche a stabilire i simboli della comunicazione nell’immaginario collettivo che oggi sono chiamati logo, manifesti, locandine, etc.

Papa Leone II santo
Papa Leone II santo

San Leone II (682-83): istituì il “bacio della pace” nella Messa e “la cerimonia religiosa dell’aspersione con l’acqua benedetta ai fedeli”.

Alla morte di Agatone gli succedette Papa Leone II, anch’egli santo, salito al soglio pontificio al quale rimase per soli 11 mesi, all’età di 72 anni. Nato in Calabria nel 650 secondo alcune fonti, era originario di Aidone, in provincia di Enna, fu eletto Papa a soli 37 anni.  La brevità del suo pontificato non gli permise di incidere in maniera rilevante sulla storia della chiesa. A lui si deve l’introduzione del canto “Agnello di Dio nella celebrazione della messa cristiana comune e soprattutto  l’indipendenza della Chiesa di Roma dal volere dell’imperatore di Bisanzio. Si oppose infatti all’imperatore bizantino Giustiniano II che aveva inviato il generale Zaccaria con le sue truppe per costringerlo a firmare le deliberazioni del concilio di Trullo (detto anche Concilio Quinisesto). Una volta sconfitto Zaccaria, Papa Sergio I salvò ugualmente la vita al generale bizantino. Tuttavia viene ricordato per aver istituito l’aspersione dell’acqua santa sui fedeli e per la “maledizione di San Leone”, un aneddoto che giustificherebbe la sfortuna che secondo gli aidonesi si accompagna con l’alzarsi di una fitta nebbiolina che avvolge spesso il paese. La maledizione non sarebbe altro che diretta conseguenza del grande amore che legava Leone alla madre. Appartenente ad una famiglia molto povera, diventato Papa avrebbe inviato nel paese di origine alcuni emissari incaricati di portare con sé la madre a Roma affinché potesse vivere in Vaticano accanto al figlio. Al loro arrivo, gli uomini di Leone III, trovarono una donna vestita di cenci, sopraffatta dagli stenti, costretta a fare la lavandaia per procurarsi un tozzo di pane. Incontrata la madre a Roma, il nuovo Papa ne constata le gravi condizioni di miseria e di abbandono e sopraffatto dalla compassione per le sofferenze patite da chi lo aveva messo al mondo ed allevato amorevolmente, esclamando “siete dei miserabili e per sempre lo sarete” maledisse i propri concittadini per non essersi presi cura della madre del Papa.

Conone (686-87) non siciliano.

Papa Sergio
Papa Sergio santo

L’altro grande Papa siciliano fu San Sergio, anch’egli palermitano, sebbene d’origine siriaca, che regnò dal 687 al 701. Nato nel 650 fu eletto Papa a soli 37 anni.  A lui si deve l’introduzione del canto “Agnello di Dio” nella celebrazione della messa cristiana comune e soprattutto  l’indipendenza della Chiesa di Roma dal volere dell’imperatore di Bisanzio. Si oppose infatti all’imperatore bizantino Giustiniano II che aveva inviato il generale Zaccaria con le sue truppe per costringerlo a firmare le deliberazioni del concilio di Trullo (detto anche Concilio Quinisesto). Una volta sconfitto Zaccaria, Papa Sergio I salvò ugualmente la vita al generale bizantino. Stabilì che per ogni consacrazione i vescovi si recassero a Roma. Fu il primo Papa che fece seppellire i Pontefici in San Pietro.

Stefano III Papa
Stefano III Papa

Stefano III (758-72): fu figura di primo piano nel mondo politico appoggiando la lotta di Carlo Magno contro i Longobardi.

Ultimo pontefice siciliano fu Stefano III, eletto nel 768 e rimasto in carica per tre anni e mezzo. Nativo di Siracusa, sono poche le notizie disponibili su di lui. Viene ricordato per le sue doti diplomatiche, favorì infatti l’alleanza tra il papato e i Franchi in contrapposizione ai Longobardi.

Anche un sesto Papa sarebbe potuto essere siciliano se non ci fosse stata l’opposizione politica dell’imperatore Austro-Ungarico Francesco Giuseppe.

neg.740587/17 - L'Imperatore Francesco Giuseppe ©Archivio Publifoto/Olycom
Francesco Giuseppe imperatore d’Austria-Ungheria

Nel 1903 alla morte del Papa Leone XIII in occasione del conclave, tutti pensavano che il suo successore sarebbe stato quasi certamente il Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro,

Cardinal Mariano Rampolla del Tindaro
Cardinal Mariano Rampolla del Tindaro

nato nel 1843 a Polizzi Generosa in provincia di Palermo, che per lungo tempo era stato “Segretario di Stato di Sua Santità”. Il Cardinale Rampolla in qualità di Ministro degli Esteri del Papa dal 1887, era a conoscenza di tutti i segreti e di tutti i pericoli della politica internazionale, e fu proprio a causa della sua tendenza filofrancese assai temuta dall’imperatore austro-ungarico, che fu vittima di un cavillo ereditario che gli costò l’elezione al Soglio Pontificio. L’Imperatore Francesco Giuseppe, durante il Conclave, si oppose alla nomina del Cardinale Rampolla, valendosi di un vecchio privilegio feudale che gli consentiva, come successore dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, il diritto di “veto” nell’elezione pontificia. Fu il Cardinale Puzyna, Arcivescovo di Cracovia e suddito dell’Imperatore a comunicare il suo volere in sede di elezione, e pertanto fu eletto il Patriarca di Venezia, Cardinale Giovanni Sarto, che prese il nome di Pio X. Al suo insediamento, una delle prime azioni di governo del Papa fu proprio l’abolizione del vecchio privilegio feudale del veto imperiale. Vale la pena di ricordare la signorile dichiarazione che rilasciò il Cardinale Rampolla a seguito della sua estromissione dalla candidatura a Pontefice: “Mi addolora profondamente la grave ferita inferta alla libertà della Chiesa. Per quel che mi riguarda non poteva accadermi niente di più gradito e di più desiderabile”. Le sue nobili parole furono veramente profetiche perché Papa Pio X morì nel 1914 non essendo riuscito ad evitare l’immane strage della prima guerra mondiale.