Palazzo Valguarnera Gangi a Palermo… Sulle orme del Gattopardo!

Palermo è una città intima e segreta che nasconde molte delle sue bellezze. Passeggiando nel suo centro storico fatto di contrasti, ci si imbatte in palazzi decadenti e fatiscenti accanto ad altri bellissimi e sfarzosi.

Per capire realmente ciò che da quelle splendide facciate si può solo immaginare bisogna entrare: sarete ricevuti dai padroni di casa.

Un palazzo nobiliare ancora ”vivo” un autentico gioiello incastonato nel cuore della Palermo antica. A guardarlo dall’esterno c’è bisogno di grande fantasia per riuscire ad immaginare quanto sia splendido all’interno.

Nella piazza Croce dei Vespri, nel quartiere della Kalsa, grandeggia in tutta la sua imponenza il fronte principale di Palazzo Valguarnera Gangi, che per la grande magnificenza dei suoi ambienti, per l’integrale conservazione degli arredi interni, e per il suo impianto straordinariamente grandioso, si può considerare uno dei palazzi più rappresentativi del tardo barocco palermitano.

La storia del Palazzo inizia verso la metà del XV° secolo, ma la cosiddetta “grande maison” diventa un palazzo soltanto tra il 1749 e il 1759, quando Pietro Valguarnera esponente di uno dei casati più prestigiosi dell’ aristocrazia siciliana, di origine spagnola, e Marianna, principi di Gangi  decide, per la gloria e la grandezza della sua famiglia, di ampliare e riconfigurare in forme auliche, il proprio palazzo nel piano della Misericordia, anticamente chiamato piano della Guzzetta.

Per la realizzazione della sua dimora, il principe si rivolse ad artisti di chiara fama, tra cui un giovane e geniale architetto trapanese Andrea Gigante, che in quegli anni era impegnato nel cantiere del palazzo degli Stella duchi di Casteldimirto e baroni di Bonagia, dove realizzò il magnifico scalone a tenaglia in marmo rosso di Castellammare, identificato come l’esordio progettuale dell’architetto e che più di ogni altra opera, doveva rivelarne il suo straordinario talento, introducendo in questo progetto, elementi di novità per il contesto cittadino.

Nonostante i lavori di palazzo Valguarnera si protrassero per più di un decennio, con la partecipazione di altri architetti, al Gigante vanno attribuite le opere di maggior rilievo. Agli sfarzosi apparati decorativi dei saloni del palazzo lavorarono numerosi artisti di grande vaglia, come l’Interguglielmi, il Serenario, il Fumagalli, il Velasco e il Marabitti, in collaborazione con una fitta schiera di pittori ornatisti, marmorari, intagliatori, indoratori, stuccatori e mobilieri.

 

 

L’Architettura

Un portale con due colonne in pietra grigia e con stemma della famiglia Mantegna principi di Gangi, introduce alla magnifica corte porticata, tra le più belle dei palazzi palermitani, da qui ha inizio l’originale scalone d’ingresso a più rampe, che porta al grande vestibolo che ha proporzioni di un vero salone, qui la ricchezza delle decorazioni, la raffinata bellezza degli ornati, e la policromia dei marmi anticipano l’esuberanza delle sale seguenti.

Varcando la sala d’ingresso si apre la spettacolare “ENFILADE” di saloni dove si rimane ammirati dallo sfarzo dei preziosi arredamenti, dalla ricercatezza e dall’estrosità dei decori, dai mobili, dalle tappezzerie ricamate e dal ragguardevole numero di oggetti, cristallerie e porcellane ( vera passione dell’aristocrazia ) cosi raffinate e rare.

Passando dal salone Rosso (nel settecento si usava chiamare le stanze con il colore della tappezzeria predominante) e dal salone Celeste, si arriva al grande salone da ballo, splendido nei suoi magnifici arredi, con divani, consolles, sedie intagliate, pareti decorate, boiseries, porte dipinte in oro zecchino, e alte specchiere d’epoca che riflettono eleganti soprammobili. Ma quello che più colpisce è l’originalissima volta traforata, una struttura architettonicamente audace attribuita al genio del Gigante e ispirata al gusto del più scenografico barocco. Questo soffitto doveva dare degli effetti fantastici, soprattutto quando venivano accesi i grandi lampadari in vetro di Murano a candele, di cui quello centrale di ben 102 bracci, proviene dalla “rinomata bottega del Briati”. Tutto questo ridondante insieme di meraviglie, non ha riscontri in nessun’altro salone del settecento siciliano, ed esprime lo spirito e il gusto di un’epoca. In questa galleria il regista Luchino Visconti volle girare l’indimenticabile sequenza del ballo nel film “Il Gattopardo”.

Un fronte del palazzo prospetta su piazza Sant’Anna, con un suggestivo giardino pensile da cui si può ammirare la facciata della chiesa di Sant’Anna, tra le più scenografiche del Barocco palermitano, dell’architetto Giovanni Amico, maestro di Andrea Gigante. Nella parte inferiore di questo fronte, era aggregato il piccolissimo teatro Sant’Anna, compreso tra il palazzo e l’oratorio secentesco di Santa Maria di Gesù del 1852.

I Valguarnera mantennero la proprietà del palazzo fino al 1820, quando la principessa Giovanna Valguarnera ultima erede del prestigioso casato convolò a nozze con Giuseppe Mantegna principe di Gangi (titolo ceduto al nipote da don Fabrizio Alliata e Valguarnera, proprio in quella occasione) portandogli in dote la magnifica dimora. L’edificio nel tempo ha subito ulteriori interventi sia nella parte architettonica che nelle interne decorazioni, che comunque non hanno alterato minimamente quelle forme di raffinata eleganza che ancora oggi conserva, anche se purtroppo, all’esterno le facciate cominciano ad accusare i segni del tempo.

Oggi il palazzo appartiene ai principi Vanni Mantegna di San Vincenzo, subentrati nella proprietà del palazzo per trasmissione ereditaria nel 1995.

«Questo palazzo ora io lo vendo. Anzi, svendiamo»: è  il grido disperato dell’attuale proprietaria, la principessa Carine Vanni Mantegna di Gangi, di origine lionese che, per circa vent’anni, ha lottato per tutelare la nobile dimora, ma che ora sembra non avere più forza per proseguire questa sua battaglia.

Il rischio che il palazzo settecentesco, coi suoi arredi mantenuti, possa finire all’asta si fa sempre più concreto. Ottomila metri quadri ricchi di storia e valore inestimabile rischierebbero così di svuotarsi della propria anima.

La principessa Carine ha denunciato «uno Stato che dissangua, una Regione che ignora, persino il Comune, che rema sempre contro, così come per tutte le dimore storiche della Sicilia».

La stessa nobildonna, dopo aver visto i 220 metri di maioliche di Vietri del 1750 che disegnano una coppia di Gattopardi antropomorfi unici nel loro genere, rovinati dal calpestio dopo gli affitti dei saloni, si mise a lavoro insieme alle squadre di restauratori, recuperando anche circa 350 opere in vent’anni, senza chiedere nessun centesimo. Purtroppo oggi di soldi non ce ne sono più, per non parlare delle tasse che, dopo l’entrata in vigore del decreto “Salva Italia” di Monti, hanno iniziato a prosciugare quel po’ di entrate realizzate.

Il carico fiscale sulle proprietà è aumentato di quasi 8 volte e lo Stato non liquida più i contributi per gli interventi di restauro che, seppur approvati dalle Soprintendenze, vengono erogati in misura di un decimo, mentre i costi per le manutenzioni e la manodopera specializzata hanno subito una forte impennata.

Poi c’è anche il problema sicurezza: gli abitanti di Palazzo Gangi sono stati aggrediti fino alla porta di casa e, una notte, ignoti hanno provato a rubare la fontana dalla terrazza con una gru. Negli anni ’80, un incendio ha pure danneggiato un’ala del Palazzo.

Le soluzioni ci sarebbero pure, ma ci sono anche altri problemi da affrontare: si potrebbe pensare ad allestire un B&B di lusso ma, come giustamente riflette la principessa Carine, è impensabile affittare le camere a prezzi esosi quando basta guardarsi attorno per notare degrado, immondizia e poca sicurezza.

La speranza è che le Istituzioni non abbandonino questi tesori: ne va del loro futuro e del nostro.

Il Palazzo è situato in Piazza Croce dei Vespri, 6 –  tel. 091 616 2718

ed è visitabile soltanto su prenotazione telefonica, per gruppi non inferiori a 20 persone e non scolaresche.

e mail: palazzogangi@hotmail.com

La visita è curata personalmente dalla Principessa Carine Vanni Mantegna.

Articolo in parte ricavato dal seguente link:

http://www.palermoviva.it/palazzo-valguarnera-gangi/





2 Risposte a “Palazzo Valguarnera Gangi a Palermo… Sulle orme del Gattopardo!”

  1. Buona sera. Siamo lo staff di Palermoviva.it, dal quale è stato copiato la maggior parte dell’articolo. Quando si fanno queste manovre di copia-incolla è corretto citare minimamente la fonte con il link che porta all’articolo originale, anche per non incorrere all’accusa di plagio. Sicuri della svista confidiamo nel porre rimedio prontamente.
    Per facilitarvi il compito ecco il link da cui è stato copiato l’articolo: http://www.palermoviva.it/palazzo-valguarnera-gangi/

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