SICILIA TRA STORIA E MITO: “Chi era Donna Villa?”

 

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Chi era Donna Villa? Una magara, una negromante, una sirena incantatrice, una donna solitaria, un’eremita. Tutto questo e tante altre cose si raccontano di una misteriosa donna che visse in una grotta di Tindari, una nota frazione sul golfo di Patti da dove si gode di un singolare panorama con i singolari laghetti di Marenello circoscritti dall’arenile.

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C’è una grotta scavata su un costone roccioso che cade a picco. E’ qui che visse una donna certamente non comune.

 

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Donna Villa era nientemeno che una mangiatrice d’uomini. Con il suo ammaliante canto da sirena catturava i marinai per amarli e poi ucciderli. Una vedova nera quindi, che non sempre però riusciva nel suo perfido intento. Quando qualche “Ulisse” le sfuggiva, per l’ira conficcava le agili mani armate di affilatissime unghie nella viva roccia. Ancora oggi li leggono sulla pietra i solchi che testimoniano la sua rabbia e vi sono deposte misere ossa che secondo alcuni dovrebbero essere i resti delle vittime. Sulla parete rocciosa soffia eternamente il quasimodiano il “vento dei pini” e un alito di mistero ne smussa le asperità.

Chi era Donna Villa? Una antropofaga omeriana oppure una donna reale che metaforicamente veniva definita “mangiatrice d’uomini”?

Sono gli anziani di Tindari a raccontare che sul promontorio viveva una donna affascinante, così attraente che nessun uomo poteva resisterle. Era una single, come si direbbe oggi, ma amava sedurre e catturare gli uomini con il canto. Erano piacevolissime ore di pura passione che però costavano la vita. Soggiogava i mal capitati a tal punto da far perdere loro il lume della ragione, proprio come la maga Circe.

Fin qui la leggenda, ma la grotta sembra testimoniare che in effetti al suo interno si siano consumati momenti di bruciante passione.

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Vi si accede dalla contrada Rocca femmina, attraverso un minuscolo sentiero. Il primo antro si sviluppa su due piani, separati da una sorta di solaio formato da fossili e ossa. Il piano superiore, in asse con il sottostante ingresso, ha un’apertura che si affaccia a balcone sul mare. Altre ossa sono sparse per terra, mentre le pareti presentano piccoli fori. Sarebbero questi, secondo i racconti degli anziani, i segni inequivocabili dell’ira di Donna Villa quando non riusciva a conquistare un uomo. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe invece di una corrosione chimica provocata da acidi di molluschi marini, quando la grotta si trovava a livello del mare.

La storia della donna misteriosa ha suscitato tanto interesse, che non sono mancate le esplorazioni allo scopo di rintracciare il tesoro che l’attraente  “sirena” avrebbe sottratto agli sfortunati uomini, per lo più navigatori di passaggio. Da qui anche la trasfigurazione della leggenda in storia: alcuni la identificano con una donna di mondo che aveva accumulato un grande patrimonio.