SICILIA TRA STORIA E MITO: “La leggenda dei fratelli Palici”

Palikè - Mineo (CT)
Palikè – Mineo (CT)

Voi non lo sapete, ma i siciliani furono i primi geologi della storia dell’umanità

Volete le prove? Eccole…

Laghetti di Palikè
Laghetti di Palikè

In questa leggenda, che sarebbe una delle più antiche della Sicilia, si darà invece una spiegazione scientifica sul ribollire delle acque del lago Naftia, vicino Mineo, prima capitale della Sicilia fondata da Ducezio (Paliké).

Questo lago esiste ancora ma non è visibile in quanto i suoi gas, sono sfruttati industrialmente.

Palikè - veduta
Palikè – veduta

L’area archeologica di Palikè sorge in località Rocchicella, su un contrafforte basaltico a ridosso della vallata del fiume Margi, nei pressi di Palagonia, da cui dista circa 1 km, sebbene dall’inizio del secolo scorso sia stata annessa al territorio del Comune di Mineo.

Ma ritorniamo al mito.

Zeus amante
Zeus amante

I fratelli Palici sono figli di Zeus e della ninfa Talia.

La ninfa Talia
La ninfa Talia

Zeus si sa, è il più grande latin lover di tutti i tempi, fa più figli lui che la mia gatta che rimane incinta quando ancora allatta. O meglio, non è che li faccia lui, li fa fare a migliaia di donne all’insaputa della moglie Giunone che, giustamente, si arrabbia “tanticchia“.

I fratelli Palici nacquero sottoterra perchè Talia, la loro madre, aveva paura che Giunone potesse ucciderli.

I fratelli Palici
I fratelli Palici

Un giorno, poco lontano dal fiume Margi (che ancora oggi scorre in Sicilia) si videro uscire dalla terra i due bambini che la ninfa aveva partoriti e che furono chiamati Palici dalle parole greche: pàlin ikèsthai, che vuol dire nati due volte: cioè da Talìa e dalla terra.

La nascita dei fratelli provocò il ribollire delle acque del lago Naftia, un lago ancora esistente vicino a Palagonia, e gli abitanti del luogo dedicarono loro un tempio molto importante (dei resti del tempio è rimasto ben poco).

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I Palici professavano l’arte degli indovini; e, nei pressi del tempio, dove rendevano i loro oracoli, sgorgava la sorgente di acqua bollente e sulfurea che la superstizione credeva fosse stata culla dei due gemelli, subito assunti nel novero degli dei.

Hestiasterion - Palike - ricostruzione
Hestiasterion – Palike – ricostruzione

In questo luogo di culto si facevano grandi giuramenti e chi osava giurare e poi mentiva, veniva punito con la morte oppure con la cecità.

Ovviamente nessuno osava giurare il falso davanti al tempio.

Per questo motivo è nata un’espressione che gli anziani utilizzavano spesso quando dovevano giurare qualcosa come: “orba di tutti i du occhi“, oppure “privu di la vista di l’occhi”, cioè che io sia accecato se dico il falso.

Il santuario è stato soprattutto un asilo per gli schiavi fuggiaschi che venivano salvarli dalla brutalità dei loro padroni. Nel recinto sacro, gli schiavi erano al sicuro e potevano rimanere fino a quando non veniva negoziato con i loro padroni un trattamento più umano, ed erano garantiti dai giuramenti presso i Palici.

Il timore della cecità era così grande che i padroni crudeli in nessun caso rompevano il giuramento.

I Palici li troviamo menzionati anche in Ovidio V, 406, e in Virgilio IX, 585.

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