Gangi: “Sagra della Spiga e Corteo di Demetra” 2ª Domenica di Agosto

La Sagra della Spiga è una manifestazione folkloristica di carattere campestre, che, nata per lodevole iniziativa della Pro Loco di Gangi, è divenuta il fulcro delle manifestazioni madonite e dell’intera provincia.

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La “Sagra della spiga di Gangi”, la “Giostra dei Ventimiglia di Geraci Siculo” e il “Ballo della Cordella di Petralia Sottana”, sono state inserite nel calendario dei grandi eventi  della Regione Sicilia, sotto la voce “Tradizioni nobiliari e contadine”.

Essa rievoca i costumi, le tradizioni e la cultura della vita contadina di un tempo, intrecciandoli alla mitologia pagana e in particolare alla celebrazione del mito di Demetra, dea delle messi.

La manifestazione consta di vari momenti:

“A Vanniata da Festa”: “u Vanniaturi” (il banditore), a cavallo di un asino, nel suo antico costume e con il tipico tamburo, gira per le vie del paese annunciando l’inizio della manifestazione e il relativo programma;

“U Corteo du Zitu”: sfilata di figure d’epoca a cavallo per le vie del paese; rievocazione dell’antica usanza da parte della famiglia dello sposo di far visita alla sposa e chiederne la mano;

“A Zuccatina da Zita”: commedia d’autore locale in vernacolo che rievoca l’antica maniera di chiedere in sposa una ragazza;

“A Manciata di novi cosi”: caratteristica mistura cotta di legumi e cereali (lenticchie, fave, ceci, fagioli, piselli, cicerchie, mais; si escludono il frumento per chi ha intolleranza al glutine e i luppini, i quali, se non trattati bene, rendono la mistura amara) che viene offerta ai presenti;

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Sagra della Spiga – Dee Madre

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“Il corteo di Demetra”: costituisce il momento culminante e più spettacolare delle manifestazioni legate alla Sagra della Spiga, e si svolge nel pomeriggio della 2ª domenica di Agosto.

Una continua evoluzione ne ha arricchito, attraverso l’espediente figurativo, il significato simbolico. Da qualche anno esso ha raggiunto una propria completezza raffigurativa e rievocativa che, pur variando in alcuni particolari, rispetta appieno i motivi che ne hanno ispirato la nascita.

Diviso per sezioni, sviluppa temi che trovano collegamento nel significato della tradizione e del mito e raccolgono il senso e lo spirito della cultura contadina e della ben più antica età classica.

La Sfilata è aperta dal Corteo di Ziti, esso rievoca un tipico cerimoniale adottato dalle famiglie dei promessi sposi pochi giorni prima delle nozze; segue il gruppo folk Engium che si esibisce in danze della tradizione popolare.

La Sezione successiva e dedicata alla vita dei campi. Questa parte del corteo descrive l’antica vita contadina, in particolare il lavoro che occorreva per compiere il ciclo dei grano. Tra i figuranti ù seminaturi, seguito da una coppia di muli che trainano un arato di legno, in questo modo i semi venivano ricoperti e assorbiti dalla terra. Dietro altri figuranti fra i quali sei scerbatoti nell’atto togliere le sterpaglie dal campo, i mietitori e i legatori che con l’ausilio di due antichi strumenti (ancina e ancinedda): raccoglievano le spighe in piccole unita (i jrmiti; che venivano poi assemblate e legale formando le gregne, cioè i covoni. La terza Sezione è “u Bagliu du Baruni” nel quale sfileranno tutti i personaggi tipicamente legati alla vita e all’attività della nobiltà contadina, nonché quanti usavano abitualmente, per ragioni economiche, frequentare il cortile del barone.

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Chiude il corteo la Sezione Mitologica dove sfilano tutte le figure legate al culto di Demetra, dea delle messi, e delle Meteres, dee della fertilità, cui pare fosse dedicato un tempio sul vicino Monte Alburchia. Il corteo è aperto dal simbolo della fertilità, e cosi segue: il Kàos vuoto primordiale dove tutto e indistinto, e i quattro elementi: la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria; quindi Artemide, la vergine dell’arco d’argento, dea preposta alla caccia, ai monti e alle selve, personificazione divina della luce lunare. Artemide è seguita da tre ninfe  del fiume chiamate Naiadi, che le furono regalate dal padre Zeus col compito di badare ai calzari della dea e ai suoi cani quando era impegnata nella caccia; Apollo, dio del sole, delle medicine, delle arti, della musica e della poesia.Dal volto ombroso scandisce il tempo: da la luce e impone le tenebre. Apollo è preceduto dai Sacerdoti, con la caratteristica fascia bianca che cingeva i loro capi, e dalla Pizia che ha poteri divinatori; seguono invece Apollo, le tre muse: Calliope (della poesia), Tersicore (della danza) ed Euterpe (dell’arte dei flautisti); Pan, divinità campestre dalle sembianze caprine e dedito a scorribande presso i boschi nell’intento di catturare e concupire le Ninfe. Il dio e seguito da Siringa e Piti mnte che non riusci a concupire e che dopo un lungo inseguimento si trasformarono la prima in canna (da questa il dio creò il flauto), e la seconda in albero di fico; Dioniso dio del vino, della viticoltura, rappresenta in se tutto il rigoglio della natura. Accompagnato dal precettore Sileno vaga folle per il mondo, espandendo la coltura della vite e predicando l’ebbrezza del vino che egli stesso aveva inventato. Il corteo di Dioniso è aperto dalle Iadi, ninfe della montagna, cui il dio fu affidato da fanciullo; Le Meteres (Dee Madri) dee cretesi della maternità e della fecondità. Persefone, bellissima figlia di Demetra vittima del ratto ad opera di Plutone, simboleggia la ciclicità delle stagioni e del raccolto. Demetra (Cerere per i Latini), è la madre del grano, dea delle messi, dell’abbondanza e della agricoltura; incede maestosa nell’ultima stravola (antico mezzo di trasporto, simile a una grande slitta trainata dai buoi) rappresenta la fertilità della terra e con il lavoro che ne consegue l’alimento e la vita.

“U Pisatu”: commedia musicale in vernacolo, su testo di autore locale, che rievoca la dura vita dei campi, la trebbiatura e le vecchie usanze ad essa legate.

(…dal sito del Comune di Gangi)

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